SUPERITALY è un contenitore che dedico all’analisi trasversale del contemporaneo. Parlerò di comunicazione, innovazione, tecnologia e cultura visuale. Lo farò con un innato senso critico che – chi mi conosce già ne é a conoscenza – alle volte si traduce in un linguaggio colorito e politicamente scorretto. Non me ne volete, sono fatto così.

GRV // Creative designer @superprogetti è il creatore di questi contenuti. Mi occupo di comunicazione e progettazione visiva, mi piace la tecnologia e ogni tipo di innovazione illuminata e sostenibile. Mi piace scrivere, e non ho peli sulla lingua.  Ho un’esperienza di 15 anni nel mio campo.

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Decrescita infelice

Decrescita infelice

Secondo l’ultimo rapporto di AutoForecast Solutions, le fabbriche auto europee taglieranno 68.000 veicoli dai loro programmi di produzione e quelli nordamericani 36.000: un totale di 104 mila veicoli in meno, rispetto al calendario di produzione. Secondo le previsioni degli analisti l’Europa sarà la macroregione più impattata dalla carenza di semiconduttori, con 1.152.000 veicoli prodotti in meno, seguita da Nord America (-1.067.000).

A mio parere tutto questo é un bene. Non osanno la decrescita (in)felice, ma affermo che nessuna famiglia media oggi ha la reale possibilità di comprare auto ibride/elettriche. Certo, si può fare con finanziamenti e rate da qui all’infinito e con bonus statali. Sempre se non ti tolgono il lavoro perchè sei un no-vax.

Io che di soldi da spendere in auto elettriche non ne ho, dico che la mia Peugeot 306 del 1994 fa 18 km con un litro e 900 km con un pieno. A scanso del fatto che oggi un pieno costa tantissimo per i motivi contingenti, posso farne uno al mese ed usare l’auto solo quando mi serve. Certo, c’é un impatto ambientale ma ho delle prestazioni simili e addirittura superiori ad un veicolo moderno. Non so voi, ma la funzionalità e la durata di un qualsiasi prodotto negli ultimi 30 anni é andata a farsi fottere, e forse é proprio per questo motivo che siamo in questa situazione.

Senza contare che la tecnologia alla base dell’automotive elettrico secondo me non è ancora pronta. L’industria dovrebbe puntare ad un mercato che proprone l’ibrido elettrico con prestazioni migliori, consumi minori, prezzi finali accessibili non superiori a 20k se si tratta di utilitarie, il tutto senza bonus statali. Invece propone offerte emozionali, per target specifici. con prestazioni dubbie e poco funzionali nell’utilizzo misto/medio. Questo perchè l’industria automotive in realtà non è ancora pronta a dare garanzie. Solo i modelli Tesla hanno un’autonomia decente (Tesla model range autonomia sino a 614 km e infatti Tesla ha consegnato più di 936 mila veicoli nel 2021, l’87% in più rispetto all’anno precedente). Si tratta comunque di mezzi che hanno un’autonomia INFERIORE al mio vetusto mezzo anni ’90.

Se ragiono da utilizzatore semplice, da italiano medio, con un lavoro fisso pseudo-decente, mi chiederei per quale diamine di motivo dovrei spendere 60k. Me lo posso permettere? Ovviamente no. E se sì, posso fermarmi dopo 600 km senza sapere dove posso ricaricare? Che succede se vado a a Gallipoli in vacanza, non torno più indietro? E dopo 5 anni troverò sensato spendere altri megasoldoni perchè le batterie sono da cambiare, senza considerare che la sostituzione ha un impatto ambientale assolutamente non trascurabile?

Lasciamo poi perdere i modelli dell’industria automotive tedesca ed europea in generale. L’offerta relativa all’ibrido elettrico europeo costa meno ma non supera i 150km di autonomia se si viaggia solo in elettrico. Questo significa che paghi tanto per un prodotto che ha un ritorno di performance e di autonomia del tutto inconsistente. In questo contesto – da qui ai prossimi 5 anni – l’automotive elettrico e ibrido/elettrico avrà senso solo se l’offerta propone il leasing come soluzione di punta. Forse.

Sembra proprio che la transizione ecologica sia molto più pesante e difficile da attuare del previsto. Sarò un ignorante ma in questo contesto io il mio 306 me lo tengo caro e guai a chi me lo tocca.

Preferisci la pace o il condizionatore acceso?

Preferisci la pace o il condizionatore acceso?

I sondaggi in italia sul nucleare sono strani. SWG nel 2021 presentava un interessante sondaggio sul nucleare dove si evince un certo possibilismo. Doxa invece dice che 3 italiani su 4 sarebbero contrari. Dati così contradditori sono solo un piccolo esempio di come il mainstream gioca spesso a condizionare l’opinione pubblica. Siamo d’accordo oppure no? Boh?

Comunque, consideriamo assodato il fatto che una certa generazione vuole la produzione di energia nucleare. Quando il portafoglio degli italiani si svuota per via dei rincari sulle bollette – già avviate ben prima dell’inizio della guerra in Ucraina – tutte le paure spariscono e gli spauracchi di Chernobyl o del più recente incidente di Fukushima , diventano roba del passato. Oggi il 51% degli italiani – cosi afferma un certo mainstream – è favorevole. Nel 2011 oltre il 94% bocciò la stessa idea. Si evince quindi quanto lo scontro generazionale sia evidente, anche nel salto di solo un decennio.

Io (che millennial non sono) vorrei guardare ai dati di fatto. La produzione di energia nucleare in Italia, tra il 1963 e il 1990, ha causato la produzione di scorie atomiche che sono state inviate principalmente in Francia e Regno Unito. _Ovviamente non se le sono prese gratis. Oggi in Italia non esiste un vero deposito nazionale, e lo stoccaggio all’estero costa circa 60 milioni di euro all’anno. La comunità italiana pro nucleare, millennials o meno che sia, dovrebbe quindi rispondere con cognizione a due semplicissime domande, avendo la cura di rispondere sinceramente.

1° domanda. Chi sarà mai contento in italia di vedersi costruire una bella centrale nucleare, anche di nuovissima generazione mediamente vicina a casa propria? Saranno contenti tanto quanto coloro che già stanno abbastanza vicini ai cosidetti depositi di scorie sparsi qua e là per l’Italia?

2° domanda. Come si intendono gestire i rifiuti? Nello specifico, i finanziamenti per la supervisione delle centrali e la gestione dei rifiuti saranno pubblici  ( quindi paga pantalone, eventualmente con nuovo deficit, come avviene in questo momento in Francia ) mentre l’erogazione del servizio sarà privato?

Se le condizioni sono come penso io, allora non siamo pronti, non lo eravamo e forse non lo saremo mai. Non si tratta di sola percezione dell’opinione pubblica. L’Italia non é adatta a sfruttare questo tipo di tecnologia anche per la sua conformazione territoriale ed i problemi sismici, infrastrutturali, idrogeologici. Non abbiamo acquedotti e reti stradali efficienti in tutto il paese, e non si riescirebbe a garantire efficienza e sicurezza intrinseca anche nel caso di supervisione di un partner europeo con larga esperienza.

Per intenderci, la logica vorrebbe che, prima di costruire nuove fiammanti centrali nucleari – e sono certo che i francesi ci auterebbero ben volentieri data la crisi che il nucleare francese sta passando in questo momento- forse bisogna prima riparare le condutture dell’acqua e la rete stradale in tutto il territorio italiano. Inoltre, invece di fare affari malsani con un’Algeria sicuramente inaffidabile, potremmo anche pompare gas dal Mediterraneo (che ne è pieno) esattamente come fa la Croazia. Si, ok, per iniziare ad estrarre in Adriatico servirebbe risolvere burocrazia e tempi tecnici, ma in circa 5 anni avremmo un incremento di produzione del 10-15%, è già qualcosa. In questa situazione, il mercato stesso non é affidabile, il rischio è un conflitto di interessi sul nucleare che incalza proprio grazie al rincaro dei prezzi del gas. L’ingente domanda di quest’ultimo, aumenta il suo valore, il quale non riscenderà in tempi stretti. Ripropongo una retorica ed inopportuna terza domanda che anche il nostro premier SuperDragons aveva già fatto a suo tempo. Caro italiano medio: Preferisci la pace, o il condizionatore acceso?

A me pare che gli italiani preferiscano in ogni caso il condizionatore acceso e infatti tutti oggi vogliono vendere gas in Europa. A prezzi quadruplicati, ovviamente.

SuperOs

SuperOs

Per anni ho dovuto farmi mettere i piedi in testa da Apple, Microsoft, Adobe, Autodesk e le loro offerte commerciali in termini di hardware e software, tools e sistemi operativi invasivi della privacy e del mio workflow. Gli ultimi trend hanno portato gli utenti finali, professionali e non, a mettere i propri diritti sotto al tappeto in virtù di una non meglio identificata sicurezza e integrazione fra le app di utilizzo. É pur vero che, in ambito open source, nessuno é stato davvero in grado di creare un ambiente professionale completamente dedicato alla creativitá/produttivitá desktop. Tuttavia, grazie a generose donazioni pubbliche e ad lavoro imperterrito della comunitá di sviluppatori in tutto il mondo, oggi la frammentarietá dell’ecosistema linux si é davvero assottigliata, soprattutto in ambito contents production. Oggi i tempi sono maturi per fare a meno di suite proprietarie e produrre risultati professionali, e questo é un enorme vantaggio sia per l’utente singolo, ma anche per aziende startup e PMI.

Da anni avevo in mente di creare una distro linux di Superprogetti e finalmente eccola qui. SuperOs è un sistema operativo remix basato su LinuxMX / Debian. È adatto per workstation e laptop a 64 bit, pertanto funziona su processori Intel/Amd anche di ultimissima generazione. Eredita molte caratteristiche e funzioni di LinuxMX, tuttavia è stato modificato per essere ancora pìù minimale ed essenziale. Sono presenti solo le app di amministrazione ed il window manager JWM. Per installare altre applicazioni si possono scaricare appimages specifiche, oppure usare “apt install” come avviene in qualsiasi altra distribuzione Debian. Si puó usare liberamente in qualsiasi ambiente: casa, ufficio, scuole, workstations, chioschi touchscreen, su macchine virtuali, e in mobilità direttamente su una chiavetta usb.

Suggerisco di utilizzare l’utility Rufus o Etcher con una chiavetta USB 3.0 di buona fattura e non inferiore a 8 GB di spazio. SuperOs è usabile in versione “live”, per accedere id (superos) e password (superos). E’ possibile installare facilmente su HD digitando da terminale sudo minstall.

Attenzione: questa distribuzione è rilasciata sotto licenza > GPLv3 < nelle stesse modalità di qualsiasi distro Debian. Non mi prendo alcuna responsabilità in caso di uso improprio o perdite di dati. Consiglio di utilizzare questa distribuzione con cognizione e, se non si sa cosa fare, é meglio usare una macchina virtuale o un computer dove non si faranno danni. SuperOs è il sistema operativo che uso normalmente per i miei progetti e per lavoro e lo condivido volentieri con chiunque abbia voglia di provarlo. Con SuperOs avrai in mano un ambiente di lavoro portatile velocissimo, stabile, e super affidabile. Un’ottima base per creare un ambiente di lavoro efficiente.

L’immagine .iso della versione 1.0 è scaricabile attraverso questo link Download SuperOs 1.0 Enjoy!

Open Brics

Open Brics

Turchia, Arabia Saudita, Argentina, Iran ed Egitto hanno espresso l’intenzione di aderire ai BRICS.

Tale interesse fa riflettere. Molti paesi considerano estremamente importante mantenere la propria prosperità e bussano alla porta di chi ha i numeri che dimostrano la possibilità di un futuro prospero. Attualmente, tale intento avviene guardando oltre l’Europa e Stati Uniti, in quanto l’occidente non traina più lo sviluppo globale.

Quest’anno la sola Cina ha registrato un surplus commerciale di 100 miliardi di dollari. Il valore dell’export è di 331 miliardi, +17,9% in più di giugno 2021 ed in accelerazione. Le importazioni invece sono salite solo del +1%. Questi numeri parlano chiaro rispetto a quanto sta accadendo.

In Europa ed in USA ormai del tutto evidente un’involuzione culturale, politica ed economica e una postura bellicista, fra l’altro ostacolata dall’opinione pubblica. Macron e Johnson non comandano più in casa loro. Draghi non supererá l’estate ed il cancelliere tedesco non ha le palle che dimostrava la Merkel ai suoi tempi.

Gli USA da qualche anno richiedono atti di fede in borsa e allineamento ideologico ai suoi alleati che non sono più sostenibili e – non contenti – pretendono che gli lecchi il culo come se fossero ancora loro i padroni del mondo. Non lo sono più ed è giunta l’ora di farglielo capire.

asse Mosca-Berlino-Parigi

asse Mosca-Berlino-Parigi

Si voleva vedere una Russia in default, con sanzioni politiche ed economiche impossibili da risolvere e sconfitte militari cocenti ed umilianti.

Questa è stata ed ancora é la narrazione del mainstream occidentale. Beh, mi sembra che si neghi l’evidenza e fra non molto agli americani non restarà che usare la carta della guerra nucleare tattica. La crisi in Ucraina é, senza se e senza ma, il risultato dell’espansione della NATO spinta dagli Stati Uniti. Eppure il mainstream occidentale insiste, dopo quasi sei mesi, che l’Ucraina é un paese che é stato aggredito.

Può darsi, ma gli Usa hanno degli interessi evidenti, ed una presenza di FBI ed MI6 in Ucraina era ben nota da un decennio oltre che certa già un anno prima dell’inizio del conflitto. il loro Dipartimento della Difesa ha già annunciato che fornirà ulteriore assistenza, ed altri soldi. Tanto loro li stampano. Dobbiamo metterci in testa che l’asse Mosca-Berlino-Parigi è il peggior incubo per gli americani. Gli Stati Uniti temono l’integrazione continentale dell’Eurasia in qualsiasi forma. E’ la storia a dircelo, ma la russia ha già dimostrato che può anche farne anche a meno. Si tratta di una guerra già persa sull’egemonia mondiale in cui noi altri vecchi italici zucconi non ci abbiamo ancora capito una beneamata mazza.

I tedeschi – invece – dovrebbero averlo capito. Tuttavia non possono esporsi, e pertanto stanno facendo un gioco dialettale che diventerà di sicuro molto pericoloso per l’Europa. Da un lato, si dipingono come atlantisti, ma non lo sono affatto e non vogliono esserlo. Sanno che stanno perdendo moltissimo potere economico e non ci staranno a lungo termine. Questa dinamica sta diventando sempre più evidente, ogni giorno ci sono meno possibilità per Zelensky di spuntarla.

A farne le spese é l’Europa intera, già si sta vedendo. Lo Yuan è più utile del dollaro USA nei mercati azionari. La Cina sta costruendo un proprio sistema di transazioni. Inoltre, Pechino e Mosca si stanno organizzando per un’altra valuta globale per evitare qualsiasi dipendenza. In Asia il sistema regge, gli accordi fra i BRICS sono solidi. L’India si relaziona e se ne approfitta approvigionandosi di materie prima a basso prezzo. Aver tagliato fuori i russi dal sistema Swift non sembra scalfire il Rublo. Nord Stream é parzialmente chiuso per motivi “tecnici” e questo inverno un botto di aziende tedesche dovranno chiudere le serrande, con un’inevitabile effetto a catena. Non ci sono sanzioni né aiuti a Kiev che hanno potuto impedire la liberazione del Donbass. E seguiranno Odessa e la Transnistria. Kiev avrà un accesso al mare ridotto, od annullato.

Senza un asse Mosca-Berlino-Parigi con politici e diplomatici finalmente competenti e decisi a fare il nostro interesse, voglio proprio vedere come ce la caveremo questo inverno fra inflazione, gas / benzina alle stelle  e materie prime.  La leadership politica europea sembra volutamente cialtrona ed incompetente. O forse – semplicemente – non vuole fare gli interessi dell’Europa.

INNOVAZIONE A TARGHE ALTERNE

INNOVAZIONE A TARGHE ALTERNE

Fino a pochi giorni si fa parlava di wallet digitale europeo, un’innovazione per la quale l’Italia sarebbe in primissima linea. Tale tecnologia dovrebbe includere una qualche forma di firma o identità digitale altrimenti sarebbe inutilizzabile per il singolo cittadino. Secondo lor signori, con tale meraviglia potremo caricare i nostri documenti, avere la lista delle vaccinazioni fatte (aka passaporto vaccinale), una tessera elettorale elettronica e probabilmente un luna park di tools per sentirsi dei veri europei.

Tuttavia, se si inizia a utilizzare uno strumento digitale, peraltro già esistente, per verificare la volontà dei cittadini – ad esempio nel caso di un referendum – allora in Italia si fanno i classici passi indietro. Neanche pochi giorni dopo le roboanti dichiarazioni di Colao, ecco che ci si scontra subito con la reale spinta innovativa e democratica che pervade questo nostro triste paese: se il voto digitale dovesse essere utilizzato contro di loro, allora non andrebbe più bene a certi burattinai.

Di colpo, le sottoscrizioni per i referendum non potranno essere più essere fatte online con SPID. Il motivo é molto semplice: la scorsa estate più di un milione di cittadini italiani hanno votato online per la questione Cannabis ed Eutanasia. Due argomenti che fanno tremare le poltrone, mafie, mafiette e Vaticano. Quindi, innovazione a targhe alterne: se si tratta di controllo e passaporti vaccinali va benissimo, ma se le tecnologie mirabolanti non dovessero fruttare rispetto le mire di certe elite, allora  è meglio continuare a votare usando la matita.

Che roba patetica per un paese che si dichiara democratico, occidentale e civile.

UNA COLLA POTENTISSIMA

UNA COLLA POTENTISSIMA

Un leader che viene rimpiazzato é, di norma, un segno di buona salute per un sistema che arditamente si vuole definire “democratico”. In UK rimane almeno la parvenza di democrazia dato che, pur prendendosela con calma, gli inglesi a Ottobre voteranno per avere un nuovo primo ministro.

Chiariamoci: in occidente i capi di governo si susseguono tutti mentre oltre gli Urali esiste un “Putin per sempre”. Il consenso oltre l’80% é dato dal fatto che se non manifesti apertamente il consenso – o peggio, se accenni ad un minimo dissenso – vieni immediatamente indagato su fatti che non hai commesso e nei casi più eclatanti vieni arrestato assieme a tutta la tua famiglia, assieme agli amici a te piu vicini, processato e mandato in un campo di lavoro. Queste sono le testimonianze di migliaia di russi che hanno subito questo “trattamento” e di dissidenti che sono stati arrestati o fuggiti all’estero.

Tuttavia, è anche normale per un occidentale come il sottoscritto, guardare a casa mia e ragionare con ingenua semplicità sulle strane dinamiche della democrazia in cui sono immerso. A me piacerebbe una democrazia che, su certe scelte, tenga in grandissima considerazione la volontà popolare. E’ forse così malsano pensarlo? Il signor Draghi quanti voti ha preso? Ok, siamo una democrazia parlamentare e non c’è alcun inganno, tutto é a norma di legge, ma la mia sensazione é che qualcosa non funziona. Se Draghi chiedeva il voto, il popolo glielo avrebbe dato? Io credo proprio di no. Perchè continuiamo a ritenerci in una democrazia se non siamo noi semplici cittadini a scegliere, senza palesi giochini di palazzo, chi ci governa?

Il fatto che posso scrivere qui, per ora, su questo blog letto da nessuno, senza essere arrestato per aver esposto tal pensiero, non mi porta automaticamente a pensare di essere parte integrante di una “vera” democrazia.

Boris è stato defenestrato dopo tutte le sue corbellerie, attribuite od effettive che siano. Di certo il mainstream inglese gioca un ruolo fondamentale dove il gossip e gli scandali vengono percepiti massivamente per una questione culturale. Gli inglesi voteranno a Ottobre, “enough is enough“.  Almeno hanno questa possibilità. I nostri dalla poltrona non si staccheranno mai, ed è risaputo da tempo che si spalmano sulle natiche un fornitura speciale di colla potentissima. La famosissima “Supercolla”.

LE CENTRALI A CARBONE

LE CENTRALI A CARBONE

Vittorio Colao grida al vento che in un anno – o forse due – si attiverà il Wallet europeo con il quale il cittadino potrà caricare documenti riconosciuti in tutta Europa, compresa la tessera elettorale digitale, i richiami delle vaccinazioni, e tutti i documenti necessari. Saremo dei “cittadini europei modello”. Sarebbe tutto molto figo, se non somigliasse ad un paio di manette.

A far conto su soldi che cadranno dal cielo sotto forma di PNRR, queste persone si danno ad esternazioni con due anni di anticipo, definendo un futuro fatto di investimenti che andranno a finire sempre nelle solite tasche. Non si dichiara con precisione i fondamenti dello sviluppo di tale tecnologia, a parte il fatto che sarà “blockchain based” con l’Italia in prima linea.

La blockchain è una tecnologia sicura, certamente, almeno finchè non é nella mani di qualche vile approfittatore. E’ una regola dell’ingegneria sociale: nessuna tecnologia può dirsi intrinsecamente sicura ed è il lato umano a rendere qualsiasi processo di validazione – alla fin fine – insicuro. Infatti non si possono tenere da parte gli intenti fondanti di chi l’infrastruttura la mette in atto. Realizzare una blockchain significa implementare non solo un registro distribuito, ma anche i vari meccanismi per consentire agli attori della tecnologia di interagire con tale registro (cioè leggerlo e, all’occorrenza, modificarlo e propagare le modifiche a tutte le copie del registro). La sicurezza è quindi, di fatto, selettiva rispetto al lato in cui si opera. 

Se poi guardiamo al recente passato, si è già visto cosa è successo con la tragicomica app IMMUNI, oppure la app IO + gestione SPID, oppure i meravigliosi software di gestione delle agenzie delle entrate. Senza contare le contraffazioni qrcode dei greenpass che per un certo periodo frullavano nei canali telegram come fringuelli. Ce ne sarebbero di cose da migliorare nella cosidetta “agenzia digitale italiana”, e invece no: ti stampano la multa con il codice qrcode e la mettono sul tuo parabrezza e tu dovrai presentarti con un altro qrcode per dire che tu sei tu. Senza di esso non puoi dimostrare che sei un cittadino. Che bella prospettiva di cittadinanza, non vi pare? A questo punto, chippiamoci tutti quanti come giá si fa con i cani ed i gatti dal veterinario. Forse facciamo prima, visto che per gli amici a quattro zampe, la tecnologia esiste giá.

Mentre questi personaggi vaneggiano di innovazioni senza avere la lucidità mentale per poterne parlare, si vedono all’orizzonte un autunno ed un inverno ancor più difficili. Kiev non si mette in contatto con la realtà e nemmeno l’Europa. Abbiamo bisogno di gas, lo pagheremo quattro volte tanto ad USA, Algeria e Qatar e non contenti, se serve, riaccenderemo le centrali a carbone. Le eventuali scorte di gas  non verranno regalate al signor Zalenski come se fossero munizioni solidali. E il miglior carbon coke sapete da  dove arriva? Dalla Russia, ovvio!  

Forse prima di parlare di wallet digitali, dovremmo risolvere altre faccende più impellenti, ma questi personaggi sembrano avere idee molto precise. Io non credo che sia solo un caso.

L’EU HA il culo scoperto

L’EU HA il culo scoperto

Le nostre armi, pagate anche con le mie tasse, sono in mano a gentaglia, diciamolo a chiare lettere.

I veicoli corazzati vengono usati da una milizia che considera tutti i combattenti opposti come terroristi senza distinzioni di sorta. Il resto va diritto al mercato nero delle armi che nel frattempo si è attivato di gran lena. Un business enorme che il mainstream non si sogna nemmeno di raccontare perchè scalderebbe gli animi degli europei.

Fra l’altro, l’ammissione di Svezia e Finlandia nella Nato, viene esaltato in pompa magna come un punto forte della alleanza atlantica. Non ti raccontano mica che questi due paesi vengono da anni di neutralità. Sono fortemente indipendenti e nel tempo non accetteranno mai imposizioni esterne come succede qui nello stivale. Ad oggi Svezia e Finlandia sembrano disposte a mettersi sotto l’ombrello della Nato. Ma la Russia avverte da tempo immemore l’occidente: ospitare nei propri territori assetti militari che possano minacciarla da vicino, non è una condizione per loro accettabile. E’ il motivo dello scoppio della crisi in Ucraina. Putin si era affannato ad avvertire delle conseguenze almeno per un decennio, ovviamente nel silenzio più totale di ogni media occidentale.

Gli Stati Uniti tireranno la corda a lungo sino al confronto nucleare strategico, e noi dobbiamo solo sperare che sia eventualmente ridotto. A mio parere non v’è alcun dubbio che succederà, tutti i tasselli storici di questa faccenda indicano che gli americani hanno pianificato questa crisi da più di un decennio.

Di fatto, i paesi europei non sono sotto l’ombrello della Nato: loro sono l’ombrello degli Stati Uniti. La guerra tiene lontana la minaccia strategica sul continente americano e al contempo inedebolisce economicamente l’Europa. Lo scopo ultimo è tenere sotto scacco la Germania e l’economia europea la quale, da un ventennio a questa parte, era diventata un po’ troppo intraprendente.

E’ quasi divertente constatare quanto l’EU, oltre a contare poco o niente in questo conflitto, abbia il culo candidamente scoperto.

EGEMONIA MONDIALE

EGEMONIA MONDIALE

Ciò che sta accadendo da 5 mesi a questa parte é il risultato del mutamento dei rapporti di forza economici tra USA, Ue e Cina. In particolare, è messa in seria discussione l’egemonia mondiale degli USA a causa della crescita prorompente della Cina. Gli USA sono la principale minaccia alla pace, perché si trovano in decadenza e cercano di ovviare alla perdita dell’egemonia economica facendo leva sullo strumento militare. Gli USA sono un Paese necessariamente imperialista perché poggiano sul dominio del dollaro, che, essendo moneta di riserva e di scambio internazionale, permette di finanziare il loro enorme doppio deficit, quello statale e quello del commercio estero, semplicemente stampando dollari. In pratica gli USA sono una nazione parassitaria rispetto all’economia mondiale. Lo sanno tutti, ma nessuno dei leader europei si vuole smarcare da questo dato di fatto, né vuole sbilanciarsi. Questa non é un’Europa forte ed in grado di fare ago della bilancia. Lo vedremo con una inflazione stellare in autunno.